Prigionieri del senso di colpa? Come uscirne!

poltrona fantozzi
Mi capita di incontrare sempre di più persone poco preparate e qualificate, frustrate, arriviste o semplicemente desiderose di emergere sugli altri che, per coprire la propria scarsa professionalità, per avere più potere, per nascondere i propri errori, per guadagnare di più o per scaricare le proprie responsabilità, optano per un simpatico giochetto che si basa sulla creazione del senso di colpa e sulla distruzione dell’autostima altrui.
Questo accade un po’ a tutti i livelli e tristemente molte persone ingenuamente “ci cascano”, si abbruttiscono e non credono più nelle proprie capacità, oppure spendono i massimi per guadagnare la stima di questi personaggi, si giustificano, si scusano, si umiliano. Facciamo alcuni esempi che mi è capitato di vedere o di sentirmi raccontare.

Il veterinario arrivista: quello che ha scelto questo mestiere per guadagnare i massimi. Astuto e con toni di finta preoccupazione e rimprovero, colpevolizza il povero cliente, prima di tutto per la scelta del cibo del piccolo amico a quattro zampe, guai ad usare una marca mass-market di cibo (come vorrei che si beccassero una querela!), lo fa ritornare almeno tre volte con esami assolutamente inutili, ipotizza scenari catastrofici e patologie gravissime anche se la povera creatura ha semplicemente un disturbino intestinale per aver mangiato le piante sul terrazzo. No, sicuramente potrebbe avere un problema di ipertiroidismo, i vermi, oppure dei problemi renali – curiosamente asintomatici. Una bella lista di esami carissimi risolverà il tutto e permetterà al povero malcapitato di avere finalmente il consenso del medico.

Le maestre scansafatiche:  tante sono brave, ma purtroppo  alcune sono maestre proprio nel colpevolizzare le mamme lavoratrici, come se fosse una cosa deplorevole, forse perchè loro non hanno voglia di fare più di tanto… “questi anni non tornano più”, “mancherebbe SOLO lei…”, “ma nel w-end state con i vostri figli?”. Toni e sguardi sempre di rimprovero per cercare di sondare se possono accusarti di qualcosa, anche se i tuoi figli sono tranquilli e vanno bene a scuola. Se forse avessero meno mesi di vacanza, potrebbero ridistribuire meglio i programmi e se iniziassero ad avere un atteggiamento più responsabile loro, sarebbe tutto più facile…

La colf lamentosa: questa è l’apoteosi! Diciamo che in questo periodo trovare una brava colf è difficile, trovarla lamentosa è facile, ma quella che ti colpevolizza è fantastica: nella classifica delle lamentele le più belle: “dovrebbe essere lei a stendere gli abiti al dritto così glieli potrei piegare meglio”, “certo, non ho sbattuto i cuscini, sono allergica alla polvere”, “uffa, gli animali lasciano il pelo e mi costringono a usare l’aspirapolvere”. Mi verrebbe da dire… Chi fa da se fa per tre! Quasi quasi è meglio non lavarsi, così non bisogna pulire la doccia dopo…!

L’unico consiglio che posso dare è, se vi trovate davanti a soluzione simili non mettevi in discussione subito, si tratta spesso di meccanismi psicologici fatti solo per dominare o per ottenere qualcosa da voi, e una volta riconosciuta la meccanica… il vostro possibile e latente senso di colpa magicamente svanirà!

Oggi andiamo dal veterinario…

  E poi non ci torniamo più. Devo ammetterlo, un’esperienza imperdibile. Allora premetto che come si fa con ogni medico che si rispetti prendo l’appuntamento con tre giorni di anticipo. Dopo aver contrattato l’orario e le relative raccomandazioni “la prego eh, puntuale alle 19” mi presento alle 18.55 con una precisione svizzera che quasi mi spaventa e dopo una corsa in bici ed un recupero del gatto al volo, arrivo trafelata, sudata, spettinata, il micio stropicciato e, ovvio, la veterinaria e’ in ritardo. Mi siedo tra depliant, un profumo di vaniglia finto copri odori molto fastidioso e un po’ nauseante, libretti e foto di cagnolini. Tutto un po’ finto e allineato in maniera leggermente ossessiva. Nel frattempo ascolto la conversazione della precedente paziente, come al solito la tipica sciura di età avanzata logorroica che parla per 7 ore del suo malato, con una dottoressa che tutto ha eccetto che fretta e la incalza in maniera ridondante. Nemmeno i più vecchi pediatri sono così prolissi a prescrivere così tanti esami e farmaci, tutti rigorosamente a pagamento. Le stesse parole vengono ripetute più o meno 50 volte da entrambe le parti compresi i consigli su come parlare al farmacista. Non ce la faccio più, l’odore di vaniglia inizia a indispormi e queste due sono insopportabili. Inizio ad ipotizzare di per prendere il muro a testate, ma resisto perché uso i fiori di Bach e perché di fatto è poco chic! Finalmente è il mio turno,  esce la signora, incredibilmente sola! Senza cane o gatto…si sarà fatta visitare lei ecco perché! Va beh sono le 19 e 45, entro nella stanza… la giovane veterinaria piuttosto presuntuosa si dimostra fallimentare sbaglia tre volte il prelievo al gatto che si trasforma in una pantera le soffia e la morde. Il tutto dura in totale una decina di secondi, il mio piccolo giaguaro viene rimesso nella sportina e inizia uno spettacolo di vendita della dottoressa esemplare! La  grande esperta mi snocciola una serie di esami per il mio gatto che non c’entrano nulla col suo problema. Ora non mi dilungo in dettagli poco interessanti, ma di fatto la furbacchiona non mi mollava più, mi ha scucito 40 euro, sostiene di aver visitato il gatto in 4 secondi perché è “brava, del mestiere”, anche se in realtà  non ha capito nulla, mi parla di tutte le malattie che citava alla paziente precedente (incredibile tutti con lo stesso problema!) e mi congeda facendo pure la brillante cercando di obbligarmi a tornare dopo due giorni usando una serie di leve psicologiche che, ahimè per lei, con me non funzionano. Scene simili mi sono già successe in passato, ma possibile che non ci siano oltretutto veterinari della mutua? Queste cialtrone dovrebbero fallire! Che business, che vergogna. Sono convinta esistano veterinari ottimi e brave persone, ma quanti mediocri che rovinano la categoria e ti fanno sperare di dover ricorrere a loro il meno possibile.