E conquisterai il mondo! Forse…
La rete sociale nella quale viviamo sta diventando sempre piu’ complessa, dinamiche diverse, controverse, spesso è più un sopravvivere che non un vivere. Lo scenario non è semplice a nessun livello in quanto sempre più siamo di fronte ad un cambiamento dei valori, una metamorfosi che definirei epocale.
Prima di tutto la nostra cultura per anni è stata influenzata dalla religione, una religione spesso autopunitiva, severa, un Dio da temere, da rispettare e davanti al quale prostrarsi, a cui chiedere perdono per quasi ogni cosa. Ora per esempio la Chiesa Cattolica sta lentamente cambiando il suo approccio e, fatta eccezione di alcuni correnti più conservatrici, sta mostrando un lato più “vicino”, meno cupo, un maggior dialogo. Una religione che ora cerca di parlare a tutti, mostrando benevolenza, comprensione, solidarietà – processo in atto comunque da anni, ma che di fatto maneneva ancora molte rigidità.
La nostra società di fatto è diversa rispetto a pochi anni fa, sono cresciuti il desiderio e la domanda di benessere in tutte le fasce di età e ognuno nel suo piccolo ricerca la felicità o comunque contesti di benessere. Il concetto di sacrificio, di fatica, interessa a pochi e comunque è poco appealing, è vecchio e porta a minimi risultati, mentre quanto è sogno, aspirazione e wellbeing ora diventa vincente. Certamente lo era anche in passato, ma spesso era ritenuto disdicevole il “godersela”! Basta vedere quanto la gente ricerchi “servizi per la persona”, SPA e centri benessere, vacanze, buon cibo per capire cosa effettivamente le persone vogliano…
Il grande motore di questi prossimi anni sarà il sogno ed è proprio questo che spinge le ondate migratorie e che le ha mosse nel passato quando i nostri avi si recavano in altri continenti per cercare fortuna, una vita migliore per sè stessi e per i propri cari. Dunque nulla di nuovo, la storia è ciclica e pertanto si ripete.
Nel mondo del lavoro, tavolta, il concetto di sogno non è ancora passato e quando questo accade i meccanismi diventano a perdere, un’esempio? Basta semplicemente guardare gli annunci di offerte da lavoro: si ricercano persone pronte a immolare la propria vita per quattro soldi, abili a lavorare “in contesti carichi di stress”, “sotto pressione” e udite udite “resilienti” (parolone molto in voga) e “resistenti”! A questo punto sempre per rimanere nelle parole di moda, direi che l’unica valida risposta sarebbe il “ciaone”! Ma chi vuole andare in posto così poco incentivante dove – prima ancora di dirti cosa ti daranno – ti chiedono di essere un operature succube, un po’ maritre e silenzioso? O sei un disperato, o sei masochista o sei pazzo, comunque eviterei di assumere qualsiasi delle tre categorie!
Dare sogni (sognabili), comunicare gioia, emozioni e passione non è da tutti e non è facile, soprattutto faticano a farlo le persone frustrate e alienate che tendono a riprodurre i meccanismi che a loro volta hanno subito in un loro passato o che non vivono vite affettivamente equilibrate. Il risultato è una grande infelicità, desiderio di fuga, decrescita del business, agressività che produce contro-aggressività e degrado valoriale.
La soluzione a tutto questo pò esserci. Non con un ottuso ottimismo che sarebbe ridicolo, ma cercando per gradi di portare emozioni positive, rispetto, che si può anche manifestare come riconoscimento reciproco, il “caricarsi” a vicenda, elemento già fondamentale per Hegel nella sua Fenomenologia dello Spirito e come diceva Sartre: “In cambio di esser riconosciuto per quell’uomo che sono, mi dispongo a cedere parte della mia libertà. Sono, in grazia dello sguardo dell’altro”.
Tutto ciò, naturalmente si lega a quello che è, di fondo, anche il nostro inconscio, i nosti desideri, il desiderio dell’altro come direbbe Lacan, ma si aprirebbe un nuovo capitolo complesso… diciamo che banalmente un contesto positivo, con degli obiettivi felicitanti e allegro potrebbe già essere la panacea di molti mali, per imparare a vivere un po’ meglio e non solo “sopravvivere”!