I Ragdoll… Gatti veramente unici!

    

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Premetto che ho sempre adorato i gatti, la loro eleganza e la loro dignità. In particolare ho avuto la fortuna di incontrare i Ragdoll. È una razza di gatto statunitense recente, risalente agli anni 60, e sviluppata da un’allevatrice Ann Baker. Si chiamano così perché quando li prendi in braccio si abbandonano come delle bambole di pezza. Avevo letto di loro qualche anno fa e poi per caso avevo seguito un documentario su di loro. Alle mostre  feline sono esposti tra altri più noti primi tra tutti i Certosini, seguiti da Main Coon, Norvegesi, Persiani e Siamesi. Non ci credevo, ho avuto vari gatti e tutti discretamente pantere, trovatelli, a volte affettuosi, indipendenti ma spesso freddini. I Ragdoll no, loro sono diversi, docili e affettuosi, adorabili. Ti avvicini e appena ti vedono parte il “motorino” ossia delle bellissime, rumorose e adorabili fusa! Morbidi come l’angora, belli, eleganti – anche i più piccoli si muovono leggeri come dei folletti! I più anziani sono rassicuranti, dei saggi pacati – pronti a starti vicino. Devo dire che sono di una dolcezza unica, meravigliosa. Una sorpresa bellissima, sono adatti anche per la per therapy dato il loro stupendo temperamento. Già i gatti a mio avviso sono magici, ma penso che se uno incontra, come è successo a me un Ragdoll, poi non possa più starne senza…!

Il segreto per avere più click

image… Posta l’immagine di un cucciolo, un video con dei micini, occhi languidi di un cagnolino o cuccioli di gufetti! Proprio così puoi scrivere teorie sui massimi sistemi, ma non avrai mai tanti likes, metti un cucciolo con occhi grandi e aria da peluche e trovi il successo. Del resto non è una novità, i testi di adv ne parlano da sempre. Sappiamo che è legato anche al nostro istinto e quindi non è poi così insolito e meno male che esiste ancora un lato di umanità. E proprio in questi anni è molto significativo il successo che sta avendo la pet therapy. Nel 1981 negli Stati Uniti nacque la Delta Society, che per prima si occupò di indagare gli effetti terapeutici della compagnia degli animali: questi rappresentarono poi i primi passi verso la scoperta e il riconoscimento della pet therapy che, come sappiamo, ha effetti ottimi per varie patologie psicologiche: ansia, depressione ma anche autismo e molte altre necessità.

Fu uno psichiatra infantile Boris Levinson, nel 1960, a verificare per primo quanto fosse effettivamente terapeutico il contatto con gli animali. È stato provato che gli animali abbassano i livelli di ansia e stress, possono ridurre problematiche legate all’umore, trasmettendo calore e affetto. Gatti e cani sono fra gli animali più utilizzati, insieme a cavalli, delfini e asini. Molti centri usano anche coniglietti, utili spesso con i bimbi più piccoli che possono essere spaventati, o pappagalli. Il tatto, l’accudimento, l’intermediazione di un operatore specializzato riescono poi a completare il tutto. Animali che danno amore e a cui dedicarsi è tutto ciò è molto bello. In una società in cui siamo tutti sempre molto stressati forse abbiamo bisogno semplicemente di questo, di recuperare un po’ di affettività, di dedicarci a un cucciolo di abbassare le “barriere” e da qui inconsciamente parte l’attenzione alle tenere immagini dei social media…e scatta il click!