Ci sono alcune città che a mio avviso sono magiche e una di queste è Parigi, luogo che ho amato da quando ero piccola e che per troppi anni non ho più visitato. La cronaca di questi ultimi mesi come sappiamo ha fatto parlare molto di questa città. Come dicevo erano anni che non tornavo e mi sono trovata davanti ad una città non poi così diversa da quella che ricordavo. La sua grandeur, i suoi imponenti ponti accanto a piccoli e graziosi bistrot, ristoranti etnici e le brasserie affascinanti. Il cielo in questi giorni era molto grigio, obiettivamente sembrava autunno, un periodo difficile tra vari scioperi e manifestazioni e la Senna esondata. Questo ultimo evento e’ stato oggetto di telegiornali, media, turisti curiosi (alcuni dei quali ci sono pure finiti dentro!) e anche molta solidarietà da parte dei locali nei confronti dei residenti nella zona che si vedevano le proprie abitazioni allagate. Per le strade molte etnie diverse, turisti da tutto il mondo… Un gran traffico, caotico per i mezzi in tilt, ma anche molta allegria. Tristi pensieri quando entrando nella Gallerie Lafayette e in altri stores mi hanno controllato la borsa e sono passata attraverso i controlli del metal detector per vedere due camicette in cotone. Ormai qui è normale ma per noi è – forse per fortuna – ancora strano… Tanti visi, generazioni diverse di immigrazione, in comune una città. Confesso che per le strade non ero del tutto rilassata, ero più vigile del solito, ma nello stesso tempo felice di essere qui, di respirare questa aria diversa, sempre un po’ misteriosa…enigmatica come il sorriso di una signora che tutti conosciamo che proprio “vive” qui !
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Milano tra luci e ombre
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Ebbene sì, Milano una città dal profilo ambivalente. Tanto contestata eppure tanto amata. Città nella quale vivere o dalla quale fuggire? Come al solito non esiste mai un’unica risposta, dipende. Da cosa? Forse dall’età, dalle proprie esigenze, dal proprio stato civile, economico ed emotivo.
Di fatto è una città che a mio avviso offre veramente tanto. Prima di tutto offre il lavoro, che non è poco, lo dico per esperienza, in Italia in particolare esiste un notevole campanilismo e, che ci piaccia o meno, non è facile trovare stipendi decenti e lavori interessanti proprio in ogni comune specie se si è “donne in età fertile” oppure uomini “non imparentati con i signorotti locali”.
Secondariamente garantisce una qualificata istruzione; più o meno contestate, le scuole di Milano sono di fatto buone, non parlo solo delle private, ma anche delle pubbliche. Altro aspetto che non è male.
Propone corsi di tutti i tipi, attività sportive, lingue straniere o le arti più bizzarre: qui puoi scegliere di seguire qualsiasi hobby anche a prezzi ragionevoli. Come dice una mia amica spagnola, “è una città per le donne”, certamente le ragazze possono trovare interessi diversi, riunirsi in compagnia e divertirsi. Locali, cinema, teatri, centri commerciali, sport, si trova veramente di tutto.
Senza dimenticare l’aspetto sanità, pur con i suoi notevoli problemi esistono strutture e medici molto validi, che non ovunque si incontrano.
Questa povera Milano, negli ultimi anni, ha subito, però, un processo di “degrado” notevole e questo non lo si può negare, molta sporcizia, criminalità locale e mancanza di verde alla quale si aggiungono molti cafoni (Milanesi e non) che non hanno il minimo spirito civico e che sono convinti che il marciapiede sia il luogo ideale per gettare rifiuti, far sporcare il proprio animale domestico, quando addirittura non loro stessi dopo una birra di troppo. A livello artistico ed architettonico ha avuto i suoi problemi, ricordiamoci che abbiamo anche avuto una guerra meno di un secolo fa che sicuramente non ha giovato, la ricostruzione e gli interessi economici immobiliari, mal controllati, hanno guidato la ricostruzione di palazzi spesso dall’aria mostruosa, colossi del cattivo gusto nel quale poter stipare il maggior numero di persone, talvolta non rispettando le regole ambientali.
Milano ha un’ulteriore grande pregio, è anche una città ospitale, nei confronti degli stranieri che molto spesso sono riusciti ad integrarsi perfettamente, nei confronti degli italiani stessi che frequentemente si trasferiscono qui, criticando la mancanza di mare, montagna, natura e meraviglia artistiche e senza riconoscere, però, la grande opportunità che a molti di loro offre.
Alcuni criticano Milano di essere una città emotivamente fredda, ma non è così, nei quartieri ormai si ricreano l’ambiente e la confidenza che esistono nei centri più piccoli senza avere il problema del gossip da paese, ma beneficiando di una sorta di controllo sociale, utile specie alle famiglie con figli.
E’ vero che qui tra un marciapiede ed un palazzo i bambini non crescono correndo su spiagge e respirando l’aria pura di Heidi, però, imparano già da piccoli a relazionarsi con culture, etnie e religioni differenti oltre che a conoscere meglio la propria. Per i piccoli i loro compagni sono amici e basta, che le origini siano diverse non è rilevante e questo dovrebbe insegnarci molto, mentre in altri luoghi si trova molta più chiusura mentale, muri e mancanza di tolleranza verso quanti non fossero parte del “paesaggio” sin dalla nascita.
Tendenze, cultura, eventi si mischiano a processi migratori difficili e rischiosi. Il Quadrilatero della Moda da un lato, la Stazione Centrale dall’altro: due mondi opposti. In questa poliedrica città vivono celebrities e poveracci, persone ordinarie e straordinarie, criminali ed onesti.
C’è un po’ di tutto. Indubbiamente è una realtà difficile, ora è come erano 50 anni fa Londra forse o Parigi, metropoli pericolose da un lato, affascinanti dall’altro, tuttavia meritevoli di essere conosciute, visitate e anche, se vogliamo, amate, comunque non criticate a priori.
…New year is coming!
Siamo giunti alla fine del 2015. Un anno per certi versi strano per alcuni migliore dei passati, per altri meno, per me nel complesso piuttosto difficile. Gli eventi degli ultimi mesi sono stati pesanti e anche il panorama politico non è stato entusiasmante tra sbarchi, profughi, attacchi terroristici. Parigi in particolare ha sofferto molto e troppe persone e non solo lì, non saranno più le stesse. Capodanno… con le sue scaramanzie italiane, il mettersi qualcosa di nuovo, di rosso, buttare via il vecchio, sparare i botti (evitiamolo please), zampone, lenticchie e l’immancabile spumante per il brindisi di mezzanotte. Per fortuna, alla nostra età, siamo usciti dal tunnel del “divertimento a tutti o costi”, del “dover far tardi”, del fatto di ubriacarsi perché fa cool (o pena), del dover ascoltare i lobotomizzati che se la tirano: “ah sì che figata ho fatto le 8 e poi tutti a mangiare le brioche troppo bello e poi ho dormito per tre giorni”! Usciti da questo tunnel, cosa aspettarsi dal nuovo anno? Chi può dirlo! Speriamo in un miglioramento complessivo, di vedere anche maggiore soddisfazioni, rispetto e riconoscimenti, il tutto con un pizzico di fortuna! Auguri di buon anno a (quasi) tutti, happy new year!
Parigi
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Forse mancavo solo io a esprimere il mio inutile pensiero sulle stragi di Parigi, ma avendo un blog di attualità chiaramente mi sento in dovere di fare qualche commento su quanto è successo, ho aspettato perchè di fatto anche io sotto chock amando questa città e conoscendola bene. Quello che è successo in Francia è stato veramente terribile, ho persone care che vivono a Parigi e quanto accaduto mi ha molto colpito, come è capitato a molti di noi, perchè Parigi è “vicina”, perchè è Europa, perchè chiunque di noi poteva essere lì, perchè alcuni di noi hanno perso degli amici in questa tragedia. Parigi ha una sua storia e una sua politica. Ha una sua realtà e i suoi problemi interni come tutti i Paesi. Quello che abbiamo visto ahimé capita anche quotidianamente in altri paesi, ma noi in Europa non siamo certamente abituati, non le nostre generazioni.
Di fondo siamo un po’ tutti pacifisti-impreparati, buonisti-tolleranti. In Italia non abbiamo nemmeno più la leva obbligatoria dunque siamo molto lontani da una preparazione sia fisica sia psicologia alla guerra, quella vera, non quella virtuale o del soft air, quella dove la gente muore “per davvero”, non “per finta” come dicono i bambini.
In questo momento si sono riaccesi i dibattiti più svariati sulla guerra, la pace, le religioni. Un mix tra propaganda, terrore, dove tutti si improvvisano strateghi politici, militari, religiosi – per dirlo in una parola: “espertoni”!
Oggi in particolare sono stata colpita da una notizia “a Milano e Roma è psicosi sul terrorismo”, strano vero? Allora i messaggi in questi giorni nell’ordine sono stati:
– il terrorismo può colpire tutti
– il prossimo obiettivo è l’Italia
– Milano e Roma a rischio – si parla del Giubileo, del Duomo di Milano, della Scala
Telegiornali, servizi, approfondimenti danno notizie svariate, di fondo terrorizzanti e solo in pochi casi realmente ben fatte. Ti fanno vedere da un lato i poveri ragazzi del Bataclan appesi alle finestre, poi dei ragazzini bardati e armati fino ai denti che dicono che massacrearanno gli infedeli. Questo è il messaggio principale e vorrei sapere che si sente tranquillo con uno scenario così!
Ieri sera poi, mentre da un lato si festeggiava il fatto che si fosse debellato il virus Ebola, dall’altro si iniziava a ipotizzare quali potrebbero essere i virus di un attacco chimico. In contemporanea loro, i droni… “L’attacco letale dei droni”! Ma cos’è il titolo di un film di fantascienza?
Strano che si parli di psicosi quando i media fanno di tutto per calmarti! Perchè non danno qualche altro bel suggerimento ai terroristi che magari non ci hanno ancora pensato?
In Italia l’allarme terrorismo l’abbiamo da anni, quando ero piccola mi ricordo che venivano sconsigliati i luoghi di aggregazione troppo frequentati, i grandi magazzini sotto Natale, prudenza in stazioni e aeroporti.
Per strada ora se qualcuno alza la voce in arabo per dire anche “mi prude un piede” (tanto chi lo capisce?) vedi sguardi panicati e davvero ora il rischio che venga aggredito da una folla terrorizzata.
Ora non si può e non si deve vivere in questa maniera, mi sembra una follia… E’ ovviamente importante tenere gli occhi aperti, ma questo da sempre, è importante imparare a difendersi e se si vede qualcosa di strano avvertire le forze dell’ordine, senza esagerazioni, senza panico. Adesso non è che non puoi più andare alla Scala (tanto magari nemmeno ci pensavano, allora scusate è più pericolosa la metro, oppure le stesse piazze!) o non mettere piede a Roma. Quello che è accaduto ha traumatizzato tutti noi, non ci sono parole, ma bisogna vivere, vivere bene per noi e per non far vincere chi vuole seminare il terrore.