Ieri a Bologna si è tenuto il concerto dei Nightwish, gruppo finlandese di symphonic Metal. Un appuntamento imperdibile per i cultori del genere visto che l’Italia non è tra le mete più frequentate dalla band. A mio avviso sono molto bravi, non tutti conoscono questo genere, ma secondo me alcuni brani sono veramente belli. Il ritmo e’ incalzante, a volte sperimentale e la voce della cantante emozionante. Tarja, la precedente vocalist era incredibile come presenza scenica e abilità, poi ha deciso di fare la mamma, ha iniziato a fare brani smielati e ha passato il testimone ad Anette, sciacquetta dark, probabilmente cacciata per mancanza di grinta, dopo poco. Ora Floor Jansen, arrivata dagli After Forever, molto brava, diversa da Tarja, ma con una voce melodiosa. Gli esperti di questa corrente musicale, forse criticheranno il cambiamento di stile verso una musica più commerciale alla Within Temptation, ma anche loro devono avere un ritorno economico…e musiche troppo complicate non sempre sono capite, in effetti però i brani più nuovi sembravano più ripetitivi. Ma passiamo al concerto. Tappa numero uno il Metal detector, a un concerto Metal sembra una presa in giro (ovviamente scherzo per fortuna controllavano bene ogni singola persona) di fatto suonava più lui di tutti quanti poiché ovviamente tra anelli gotici, crocioni e piercing… Un vero tripudio! La location, il palazzetto di Bologna non è un ambiente affascinante, ma capiente, nel complesso mediamente adatto. All’inizio due gruppi musicali hanno intrattenuto gli ospiti, il primo era quello degli Amorphis, un nome una garanzia, e successivamente gli Arch Enemy. Grande ammirazione per la delicata vocalist Alissa, con tanto di capelli azzurri e alette tipo Mazinga zeta che saltava come una molla pazza roteando la testa (lei non soffre di cervicale) urlando in Growl. Ebbene sì esiste il Growl al femminile. Ecco femminile non tantissimo. Comunque l’indemoniata fata turchina si è agitata per un’oretta tra versacci e incitamenti ad imitarla fino a che finalmente si è spenta. Poi è iniziato il concerto da me atteso, tra spettacoli pirotecnici, video in background suggestivi, effetti con vento, nebbie, ecc. Si alternavano brani del nuovo album a pezzi storici. Marco, il biondo vocalist e bassista, si era fatto la piastra al Pizzetto e niente treccine. Floor aveva un look poco gothic, ma è stata come sempre brava. Il concerto e’ stato piacevole, con qualche momento anche emozionante. Peccato l’assenza di bis che avrebbero dato un’impressione più spontanea e meno costruita, così come era nel passato, ma il bilancio finale e’ stato positivo e come recita la loro ultima canzone: we were here!