Mamme andate a lavorare che fa bene!

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Proprio oggi stavo leggendo una notizia che sta girando sui social, una lettera aperta ad un giornale, di una mamma che racconta il fatto di aver lasciato il lavoro e rinunciato alla carriera per dedicarsi interamente ai figli. Giusta o sbagliata che sia la sua scelta, ha dato seguito ad una serie di commenti più o meno apprezzabili da una sfilza di mamme. In particolare mi ha colpito il parere di una che affermava che le lotte degli anni passati per la parità dei diritti sono state inutili in quanto tutto sommato è meglio stare a casa, altre raccontavano con orgoglio la gioia di fare le torte per i propri piccoli senza dover fare più le corse tra lavoro e scuola.

Dopo aver letto tutto questo sono rimasta a dir poco basita. Già in passato mi raccontò una mia dottoressa che spesso le mamme ancora in gravidanza supplicavano di aver certificati per prolungare i periodi di maternità, con il risultato che stando a casa a far niente veniva loro l’esaurimento! Di fatto poi la maggioranza dice di voler dedicare più tempo ai figli, ma poi se ne lamenta di continuo, cerca di sbolognarli appena possibile iscrivendoli ovunque e spesso diventa aggressiva con tutta la famiglia perchè comunque frustrata e annoiata!

Premetto che trovare lavoro come madre, non è facile, e che molte mamme hanno fatto benissimo a licenziarsi da datori di lavoro schiavisti, ma non perchè mamme, ma perchè le condizioni di lavoro di certi posti sono indecenti e il trattamento di alcuni manager nei confronti dei dipendenti è imbarazzante,  ma vorrei sottolineare alcuni miei pensieri.

Prima di tutto potersi permettere di non lavorare è un lusso! In primis si lavora per ragioni economiche e non c’è un gran merito nello stare case a farsi mantenere da mariti, genitori postando dai luoghi di villeggiatura mentre i tuoi parenti fanno il doppio per consertirti di fare questa vita. Certo più divertente fare i pasticcini che non faticare in un ufficio, ma talvolta è inevitabile! E non sempre il lavoro è solo fatica a volte è anche piacevole se non divertente e si impara sempre…

Il lavoro, non è solo una fonte di reddito, ma anche un modo per impegnare le proprie energie in qualcosa di diverso, anche solo un part-time fa bene  alla testa, non per niente ricordo che tutte le religioni parlano di lavoro e come sappiamo le religioni davano delle “regole” affinchè le persone potessero avere dei comportamenti socialmente utili. Per fare alcuni esempi, secondo la filosofia buddista: “una parte importante della vita di una persona è il proprio lavoro, e il lavoro di una persona si trova con due strade: o combatti per un lavoro che vuoi fare o fai il lavoro che la vita ha scelto per te..”, se vai nel Cristianesimo, come mi insegnavano le madri benedettine quando ero piccola :”inizio della Regola 48 il lavoro manuale è necessario perché l’ozio è nemico dell’anima”, grandi lavoratori già sappiamo nel popolo Ebraico: nel Talmud molta dignità è conferita al lavoro: “Grande è il lavoro perché onora i lavoratori”. Fortemente stigmatizzata è invece l’inoperosità: “L’uomo muore solo per l’ozio”. Del resto che “l’ozio sia il padre dei vizi”, ce lo diciamo tutti da anni. Non solo ma anche Muhammad diceva: “Nessuno ha mai mangiato un pasto migliore di quello che si è guadagnato col proprio lavoro”.

Anche al punto di vista sociologico il lavoro ha una rilevanza e non solo economica o psicologica, ma anche sociale: secondo Durkheim: “la divisione del lavoro prende gradualmente il posto della religione come principale fondamento della coesione sociale”.

Detto questo, mammine radical chic casalinghe, andate a lavorare, anche solo poche ore, da casa, con una collaborazione, le formule di oggi sono mille, ma non nascondetevi dietro agli alibi dei figli per mascherare la vostra non-voglia di fare. Non celatevi dietro il pianto di mali immaginari quando invece ci sono veramente persone malate che lottano quotidianemente per condurre una vita normale.

Personalmente so di cosa stiamo parlando ho figli, ho animali, lavoro e certo non poco, corro dalla mattina alla sera e vado anche in palestra.  Le ore con i figli non si pesano solo a quantità, ma a qualità del rapporto, esistono mille modi per avere degli aiuti anche se i genitori sono lontani, non lasciamoci dominare dall’indolenza della depressione.. non porta a molto…Si può lavorare, stare con i propri bambini, giocare con loro, fare i compiti, ridere assieme sulle reciproche disavventure del giorno (loro a scuola e noi in ufficio), essere complici, raccontare la favola della buona notte e  comunque sempre volersi bene stando assieme.

I sacrifici fatti dalle nostre progenitrici alla fine degli anni ’60 e anche prima non devono essere vanificate come invece sosteneva la madre tanto felice di poter fare il brodo, mantenuta e viziata, ingiustamente deplorando le lotte di generazioni antecedenti…

Le terme di Verona: la mia esperienza

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aquardens-thumb-03Quando una persona pensa alle terme non viene forse in mente subito la città di Verona. Varie però sono le località nella zona che offrono la possibilità di beneficiare di queste acque dalle magiche proprietà. In particolare ieri siamo stati ad Aquardens, vicino a Pescantina. Un parco acquatico molto gradevole, pulito, che offre differenti servizi.

Prima di tutto parliamo dell’acqua salso-bromo-iodica (ricca di cloruro di sodio, bromo e iodio, ma anche di calcio, magnesio e ferro). Grazie alle alte temperature e alla ricchezza di minerali, stimola il sistema immunitario e sviluppa proprietà antinfiammatorie, antisettiche e antiedemigene. In sostanza è un’acqua che fa bene!

All’aspetto salutare possiamo aggiungere quello del relax, infatti venongo offerti diversi trattatamenti, massaggi e cure che però non abbiamo provato in quanto abbiamo preferito concentraci sulle piscine e avevamo scelto l’ingresso ridotto (4 ore).

Ottimo luogo dove andare con partner, amici o figli. Per i bambini poi esiste anche una piccola parte con un’animatrice dove i più piccini possono  essere intrattenuti nel momento in cui, per esempio dopo pranzo, li si vuol tenere fuori dall’acqua. Infatti il parco era anche frequentato da mamme con bimbi molto piccoli. Volendo per chi risiede nella zona è possibile anche fare anche fare corsi con una certa continuità.

La temperatura dell’acqua è fantastica, la mia preferita, intorno ai 36°gradi, unica cautela non bisogna stare immersi troppo tempo, loro stessi consigliano un’immersione della durata tra i 10 e 15 minuti in acque con temperature tra i 35°C e il 37°C seguita da un riposo di 30 minuti per rendere effettivi i benefici avuti dal trattamento.

Al fine di ottimizzare l’azione terapeutica dell’acqua termale, ed evitare gli inconvenienti dovuti a una prolungata permanenza nell’acqua calda, invitano gli ospiti ad effettuare immersioni comunque non superiori ai 20 minuti e ammetto che la tentazione è quella di stare di più vista la gradevolezza dell’ambiente!

Per il pranzo nessun problema, a bordo vasca è presente un bar più semplice, ma volendo in alternativa è presente un ristorante self service con un’offerta più completa e anche il bar all’uscita è molto invitante e pulito.

Bellissima la parte esterna, le grotte, purtroppo, erano in manutenzione, ma correttamente ci hanno informato all’ingresso – quindi questa volta non le abbiamo provate, ma l’aria fresca che faceva da contrasto all’acqua calda era molto gradevole, specie in una giornata di bel tempo come ieri.

Nel parco vige un po’ il concetto del villaggio, infatti si viene dotati all’inizio di un braccialetto, assoultamente da non perdere, con il quale si può accedere alle piscine, agli armadietti e sul quale vengono addebitate tutte le spese (pranzo, ecc.).

Insomma un’esperienza molto buona, da ripetere, anche in stagiorni meno rigide, quando si può beneficiare della parte esterna ricordando però che l’acqua è termale quindi terapeutica, ma anche “stancante”!

Lezioni di sopravvivenza per una mamma milanese

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Come fa a sopravvivere una mamma milanese? Diciamo che non è tra le cose più facili, ma ci si può riuscire seguendo alcune piccole astuzie.

1) Iniziamo dagli orari, non so come sia, ma la mattina il tempo scorre più veloce del resto della giornata quindi – anche partendo un’ora prima – e’ una sfida per non arrivare in ritardo tra colazioni diversificate, lotta per accaparrarsi il bagno, cartella, merenda, gatti che sfrecciano rovesciando i croccantini, calzini spaiati che finiscono nella ciotola dell’acqua e scarpe che non si allacciano perché – nel 2016 – non si usa più insegnare ad allacciarsi le stringhe. Si esce di casa già un po’ arruffati col mascara appiccicoso e l’eyeliner che si è raggrumato tra la ciglia numero 7 e la numero 8 e si arriva finalmente a scuola al limite con la chiusura del portone, il tram che sta per partire e poi non passerà più e la gara per l’occupazione della panchetta per non farti il percorso in piedi. Tra una corsa, un semaforo, due passeggini a 4 posti e altre gioiose amenità sui marciapiedi si prende l’orrido mezzo che ci porterà alla final destination: l’ufficio.

2) La giornata in ufficio inizia tra colleghe pettinate, profumate e riposate e la mamma devastata che cerca di riassettarsi in bagno per assumere un aspetto decoroso, spesso sostituendo il biker con una scarpuccia sexy e si dibatte tra riunioni e documenti sempre urgenti (pur non lavorando nelle corsie di un ospedale) mentre arrivano loro… I messaggi last minute sull’iscrizione che non hai fatto, la scadenza da rispettare e il bollettino urgente che era rimasto sepolto dai Gormiti assassini quelli rossi! Con homebanking il gruppo di whatsapp ‘mamme’ si può superare il momento peggiore e vincere l’ansia del momento.

3) Dopo una dura giornata, finalmente scappi dal lavoro, prendi i mezzi, ti schiacci come una sardina sulla metro, torni a casa, saluti il marito che, se non è ancora al lavoro, e’ davanti al pc e ti chiede: “amore cosa mi prepari di buono stasera?” e… Il frigorifero e’  mostruosamente vuoto, diciamo che è inversamente proporzionale alla cesta della biancheria da lavare. Dunque regola numero tre e’ buona norma ed auspicabile passare sempre al supermercato prima di rincasare perché acqua, latte, banane e pasta incredibilmente finiscono e non si riacquistano da soli, qui in alternativa si può ricorrere alla spesa on line, preziosa alleata, oppure al consorte che ti torna dalla Lidl carico di patatine, birra e un trapano nuovo!

4) Il diario, questo strumento di comunicazione con la scuola bizzarro! Ebbene sì, ore 8 di sera, e’ il momento fatidico dell’avviso da firmare assolutamente, quello definito dal bambino come ‘urgentissimo’: “si ricercano genitori volontari per il comitato feste”. Leggo bene? Sì sì proprio feste! Ma che comitato e’? Ma soprattutto di cosa si occupa? Catering e merendine, addobbi coriandolosi e lavoretti appiccicosi – quelli intelligenti fatti con i tappi, il vinavil e la segatura per stimolare la creatività. Niente paura, anche per questo non c’è problema, basta firmare l’avviso, negare il consenso e chiudere il diario rassicurando la creatura che quella comunicazione non era così fondamentale.

5) E per finire la giornata quale miglior modo per rilassarsi? Mai cadere nella trappola del capriccio serale e non disperarsi guardano la pila di piatti da imbucare nella lavapiatti! Meglio fare una doccia calda e leggere assieme ai piccoli un libro, fare due chiacchiere sulla giornata abbracciati e d’incanto tutto assumerà  un aspetto più bello e felice finalmente rilassati assieme!