Un carnivoro al ristorante vegano

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“Tesoro, ci ha invitato una coppia di miei amici al ristorante per sabato sera ti va bene?”, “sì certo dove andiamo?” “ehm al ristorante vegano…”. “Stai scherzando vero? Io carnivero convinto, appassionato di maionese e ciccioli, inventore della salsa rosa con l’aceto balsamico e promotore della tar tar… al vegano, sei impazzita? Rilancia con la churrascheria!”… “tesoro sono vegetariani, però se vuoi va bene anche una pizza…”. “Boff… ci daranno 4 verdure speziate ad un prezzo esorbitante, ma se proprio insisti…”. Morale dopo qualche lamentela, il manifesto alla piramide alimentare, il concetto che il leone ti mangi ugualmente e idem lo squalo, prendiamo la decisione. Si accetta e si prova!

Appuntamento ore 19.30 all’Alhambra, ristorante vegano di via San Gregorio a Milano, con inclinazione etnica, dove scegliamo dal bancone un “cartoccino” di verdure miste, modello self service. Ci trasferiamo poi in una seconda sala dove i piatti ci vengono serviti su un piatto normale accompagnati da un ottimo hummus con dello squisito pane nero.

Spesso mi capita di scegliere menu vegetariani nei ristoranti in quanto, specie nella cucina orientale (indiana, srilanka e simili), le carni sono molto cucinate e poco digeribili, dunque non è raro che  scelga piatti a base di verdure, non sempre però sono all’altezza delle aspettative in quanto troppo speziati o piccanti.

Devo dire che siamo rimasti piacevolmente sorpresi, il seitan era preparato bene, con una salsina delicata e non aveva il sapore di chewingum di altri posti, le verze nere erano molto buone e idem il riso. La zucca al forno era particolarmente appetitosa e idem la farinata. Solo la lasagna non era un granchè, in questo caso l’errore è stato di voler ricercare dei piatti “già familiari” alla nostra alimentazione quotidiana, mentre è meglio assaggiare proposte diverse. I dolci non mi sono particolarmente piaciuti, ma ammetto che la panna vegetale era assolutamente identica a quella animale. Penso che si potrebbe riutilizzare anche a casa per preparare dei dessert. Anche il mio “cacciatore” di fondo era soddisfatto, ha ammesso che avevamo fatto bene a provare questo ristorante diverso, che alla fine aveva anche un prezzo moderato, al contrario di molti altri vegetariani/bio che sotto il cappello del veg, ne approfittanto per portarti dei conti imbarazzanti e comunque la compagnia piacevole ha reso il tutto più gradevole!

L’esperienza direi che è stata proprio positiva, il segreto in questi casi è quello di provare un po’ di tutto, anche per imparare a cucinare le verdure – che di fatto sono salutari – in maniera alternativa, più sfiziosa e comunque sapere che per una sera si è mangiato in un luogo “cruelty free”, mi ha fatto stare bene anche psicologicamente…sicuramente da riprovare!