Il pilates ed io: due mondi diversi

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Premetto che non tutti siamo portati per le stesse attività e non tutto quello che sembra facile poi in effetti lo è, ma ieri ho voluto provare questa esperienza spinta da un’amica che mi aveva consigliato, avendo io un po’ di mal di schiena, di fare almeno una prova!

Allora mi presento in questa nuova palestra (non è quella abituale dove mi alleno) dove non conoscevo nessuno (quindi nemmeno l’istruttore!) e inizio a guardare le persone che stavano attendendo di entrare, l’età media era superiore alla mia e mi sono sentita rincuorata pensando… se ce la fanno loro sicuramente sarà banale. Vedo anche una ragazza giovane, con tutina aderente e con l’aria molto affabile e simpatica, penso che sia lei l’insegnante, ma ahimè mi sbaglio, purtroppo non era lei!

Arriva la vera istruttrice, una signora magrina, non molto giovane, una voce petulante e modi di fare piuttosto decisetti che mi chiede subito il mio nome, ovviamente lo sbaglia due volte, ma va bene ci sono abituata. Prima cosa mi dice di togliermi le scarpe, prendere un cuscinetto oltre al materassino e… LA PALLA! Sì una palla gigante che vista così mi sembrava anche simpatica, non l’avevo ancora affrontata!

Mi chiede se avessi mai fatto pilates e le rispondo di no … mi guarda con aria perplessa e non simpatica, dubitando che non avessi mai provato la sua disciplina e insiste, io continuo a negare, si rassegna e iniziamo.

Primo esercizio, si inizia con degli squat sulla palla, la palla è lontana, scivolo con la gamba dietro e vengo subito sgridata, ma io sono più alta della palla e mi storto tutta, cerco di nascondermi perché era evidente che l’esercizio non andava bene per me, ma per questa volta passa…

Secondo esercizio, molleggiarsi sedendosi sulla palla. Inizio a saltellare su questa cosa strana, come se fossi al parco, poteva essere anche divertente, ma avevo il dubbio che scoppiasse, lei mi guarda con aria indispettita e mi dice “ma scusa hai paura della palla?? Su salta bene”, non avevo “paura” della palla, ma che scoppiasse e poi mi sentivo ridicola a saltare sulla palla…ero imbarazzata…tutti saltavano con dei sorrisoni, boh.

…E ora… tutti in equilibrio seduti sulla palla! Allargo le mani per stare in equilibrio e dopo un nano secondo lei è già li con espressione di dissenso che mi fissa e mi dice “credi di essere un’acrobata del circo??”. Con grande autocontrollo rimango zitta mi limito a riposizionare le braccia, ma ormai la “rottura” era netta.

Si inizia con gli esercizi a terra, ok mano male, non può essere peggio… eh no mi dice di spostarmi e di avvicinarmi a lei così mi poteva vedere meglio. Non volevo essere controllata, mi stavo innervosendo e il mio istinto era di andarmene ma non ho voluto cedere, vediamo magari poi migliorerà. Iniziamo con gli addominali, su i glutei, tese le gambe e lei mi girava come un avvoltoio intorno, cazziandomi a turno per la postura, per le gambe ecc… e questa dannata palla cercava di scappare via: o tengo la palla o faccio l’esercizio!!

Finalmente inizia a orbitare altrove e racconta tutte le cose che non le piacciono, ossia la gente che tiene la schiena storta, e una serie di altre cose oltre a vantarsi del suo essere snodata (ti piace vincere facile eh?), insomma il suo piccolo grande momento di gloria.

Attimo di pausa, oh no, ritorna verso di me… “oggi ti lascio stare perché sei nuova… ma come ti trovi con la palla??” Non mi sembrava che mi stesse lasciando stare e oso dire che la palla non mi faceva impazzire perché mi rotolava via. Con aria sempre più antipatica mi risponde “la palla fa il suo mestiere di palla siete voi incapaci di gestirla”. Ecco non dico altro.

Detto questo si arriva alla perla, l’esercizio a pancia in giù sdraiati sulla palla. Non nascondo che mi veniva da vomitare in quella posizione ma posso farcela, ok, gli avambracci devono stare sul tappetino. Sono pronta, mi getto sulla palla, rotolo ovviamente giù dal tappetino, tutte le sciure sono nella posizione giusta, devo recuperare prima che mi veda … no non ho fatto in tempo… “ho dettooo che gli avanbracci devono stare sul tappetino non fuoriiii!!!!” … eh sì avevo capito, ma sono scivolata, indietreggio di sedere, ma niente la palla mi arriva alla gola non è all’altezza dello stomaco devo ricominciare da capo… niente da qui non si recupera, mi devo rialzare, parto un metro dietro mi lancio a pelle d’orso, prendo la palla, afferro il tappetino riesco a fare quel cavolo di esercizio sbucciata ma felice di avere afferrato questo terribile strumento, niente l’esercizio è già finito. Dai manca poco alla fine…

Momento di rilassamento, tenere la palla sotto le ginocchia e lentamente lasciarla andare, ovviamente la mia finisce addosso alla maestra (oh! che distrazione), mi alzo, corro, la recupero e la metto a posto.

Basta, è finita, i miei addominali di fatto non ne hanno risentito più di tanto, ma non posso dire di essermi rilassata, lei arriva, oddio non mi molla ancora… mi raggiunge… rigida come un bacchettino si avvicina e mi dice “non devi aver paura era solo la prima lezione poi non uso sempre la palla!”.

Non ho capito in tutto ciò il suo concetto di “paura”, ma ho capito molto bene una cosa, lei era tremenda e ho un conto in sospeso con una palla gigante!!!

E se ospitassimo una ragazza alla pari?

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Essere mamma ai giorni nostri talvolta è complesso, tra lavoro, impegni, riunioni, non è facile gestire la famiglia. Una volta si ricorreva ai “nonni”, ma ora i tempi sono cambiati, si è allungata l’età nella quale si fa il primo figlio oppure si vive in città diverse e quindi come fare? La prima soluzione che viene in mente è la babysitter, peccato che i costi non siano per tutti sostenibili e non tutte le ragazze intenzionate a “venire incontro” e quindi? Quindi abbiamo trovato una soluzione alternativa, ospitare una ragazza alla pari!

Ospitare una ragazza alla pari è un’esperienza molto bella. Se volete seguire questo percorso prima di tutto dovete sentirvi pronti all’idea di avere in casa un’altra persona, una persona che sarà come una figlia grande – sotto tutti i punti di vista. E come tale non sarà necessariamente come immaginate voi, ma esattamente come può accadere con un figlio fatto da voi, “lei è lei”!

Partiamo dagli aspetti postivi: prima di tutto lo scambio culturale, una ragazza di un altro paese vi porterà una ventata di novità, a partire dalla lingua che i vostri bambini potranno imparare sin da piccoli. Indubbiamente è un aiuto formidabile se lavorate e una compagnia. Si tratta di ragazze giovani e spesso divertenti che portano allegria e insegnano anche “nuove tendenze”. L’aupair generalmente vive in casa per cui è bello poter condividere le nuove esperienze reciprocamente.

Dall’altra parte bisogna stare attenti perché non tutte le ragazze sono realmente motivate a fare questa esperienza, a volta non sono proprio convinte, possono essere i genitori a spingerle a farlo e poi si pentono, oppure di fatto non hanno voglia di occuparsi dei vostri figli e di giocare con loro ma solo di uscire da casa loro e di folleggiare in un altro paese con la faccia nel cellulare. In questo caso il consiglio è di invitarle a trovare delle altre soluzioni, altre occupazioni più idonee alle loro esigenze e soprattutto alle vostre di genitori.

Consideriamo poi che una ragazza alla pari non è una baby sitter specializzata e bisogna insegnarle a stare coi bambini, spesso hanno 20 anni e sono giovani, non è tutto scontato… non possono sostituire il vostro ruolo ma affiancarsi come aiuto nella gestione day by day.

Negli ultimi 5 anni ho avuto modo di ospitare molte ragazze, talvolta per brevi periodi, talvolta per lunghi (e sono le soluzioni che consiglio anche per dare continuità ai vostri figli). Devo dire che alcune di loro sono state delle ragazze meravigliose con le quali costruire proprio un bel rapporto, altre delle delusioni terribili dalle quali fuggire…

Nella selezione della ragazza ricordatevi anche che è importante il paese di provenienza e la cultura anche perché gestiranno il rapporto con i vostri figli in base a quanto hanno a loro volta appreso ed è importante che non sia troppo distante dal vostro punto di vista per evitare conflitti: interazione sì, scontro no!

Infine la ragazza alla pari non è una colf, ma una figlia in più e bisogna essere aperti ad aiutarla, a condividere con lei gioie ed emozioni ed insegnarle ad affrontare una nuova tappa anche per la sua vita, non è sempre facile, ma quando riesce è molto bello!