Andiamo a correre?

scarpe

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By free-website-translation.com

“E’ arrivata la primavera, tesoro, è giunto il grande momento che tu aspettavi da tutto l’inverno: andiamo a correre!”, “Ma sei fuori? No dai mi viene un infarto e poi vado già in palestra…poi l’aria di Milano…”. “Non è la stessa cosa e poi non vorrai essere ciccia bodrilla?”… Dopo una serie di complimenti vari, mi vedo quasi costretta, si va a correre! Del resto anche a Milano ci sono i parchi e non ho più scuse.

Diciamo che non ho mai amato particolarmente correre, però, si sa che faccia molto bene: il cuore, la circolazione, i muscoli, la respirazione, oltre ovviamente alla linea fisica, ecc. Perfetto pronti e via si parte venerdì sera, destinazione parco. Ovviamente sono coperta come se fossi in siberia, perchè non vorrei mai che la fresca brezzolina mi facesse venire la tracheite, per cui bomberino, tuta da ginnastica, sciarpa, marsupio con dentro tutto (così mi pesa una tonnellata) e app con il contapassi per vedere dove riesce ad arrivare il mio sforzo atletico.

Chiaramente arrivo al parco già stanca, sudata per la giacca imbottita e con un crampo al piede destro. Certo non posso fare questa figura, ne va della mia dignità personale e inizio quella che a mio avviso è una corsetta, anche se sembra di più la moviola di Alberto Sordi.

Dopo il primo giro del parco mi attacco alla fontanella, ossia al “dragone verde” e bevo come se non lo facessi da anni, mentre lui bello atletico (non so da dove attinga le sue risorse!) come se niente fosse non sembra minimamente dare cenni di stanchezza. Comunque vi risparmio la descrizione del mio aspetto dopo i giri successivi, dire che sono uno straccio è troppo poco, il trucco residuo sciolto, ho perso l’elastico della coda e sono arruffata e il piumino è diventato una muta da sub, ma la cosa divertente è chi si incontra nel tragitto.

  1. La coppia di amici iper-atletici che vanno a correre, solitamente vestiti in maniera piuttosto sciatta, in canotta e braghetta corta (ma come fanno, muoio solo a vederli!), tutti lucidi e sudati che – nel tempo in cui io ho percorso più o meno 200 metri – hanno già fatto il giro del parco due volte, loro corronno veramente e riescono a parlare tra di loro, io non capisco come possano ossigenarsi, visto che io dopo la prima parola vengo colta da un attacco d’asma e cerco di conservare il fiato per il passo successivo. Ogni tanto uno dei due sparisce, forse per collasso? No, ma va! sta facendo il percorso salute e gli addominali sul prato…Mi chiedo se siano professionisti o bionici.
  2. Il solitario cuffiettato, lui invece è tutto azzurro, come il principe, diciamo un principe un po’ sintetico, ha degli inserti fluo, ed ascolta musica. E’ molto serio, sguardo nel vuoto, concentratissimo, serissimo. Può essere anche di sesso femminile, in tal caso cambia la colorazione ed è fuxia, non si ferma, non beve, non parla, non ha cellulite, non ha pancia, corre o rotea le braccia con un movimento composto e rigenerante.
  3. Le amiche di mezz’età con il pantalone da ciclista, gamba a tronchetto un po’ corta, maglietta bianca, ecco loro hanno un ritmo più meno simile al mio (sarà per una questione anagrafica?), capello corto non molto pulito con mèche giallognola o melanzana, scarpa unbranded e però a differenza mia riescono a chiacchierare tra di loro. Spesso alternano la corsa ad una camminata veloce. Parlano di lavoro forse, comunque due passi se li concedono e dunque sono da ammirare
  4.  Il gruppo di giovani ragazzine, ecco loro impeccabilmente vestite da corsa, non corrono perchè sono troppo prese a guardare lo schermo dello smarphone, procedono rigorosamente in riga, hanno la coda di cavallo, t-shirt e felpa rosa o bianca, chewingum e talvolta cuffietta collegata al telefono. Di fatto non corrono altrimenti perdono il whatsapp e si confonde loro la vista!
  5. Ed infine… loro: i passeggiatori di cani, sono i più belli, si ritrovano in gruppo e si complimentano a vicenda parlando dei reciproci calori con gioia e stupore. Una parte è reclusa nell’area “dog”, l’altra è in giro con il quadrupede, ma la cosa più esilerante è quando passi accanto a loro in quanto solitamente il cane inizia ad abbaiare di botto, per cui se non ti è venuto un infarto per la corsa, ti viene per il cane che cerca di inseguirti se non fosse per il padrone che – se ti va bene – ha uno slancio fenomenale e recupera il guinzaglio prima che la feroce creatura  ti azzanni il polpaccio! Infatti non è mai il cagnolino con l’occhio languido quello che ti abbaia nell’orecchio destro, ma solitamente il rottweiler o il boxer, ma non quello buono che postano le mie amiche su Facebook, quello con il muso cattivo, l’occhio iniettato di sangue e il bavone! Ecco lui mi fa compiere lo slancio finale, il canto del cigno, quello che mi fa dire: “tesoro abbiamo corso abbastanza, possiamo tornare a casa prima che tu resti vedovo?”!

Dopo questa salutare esperienza, sono distrutta, un’ora è trascorsa, anche se di fatto sono orgogliosa di me perchè non mi sono accasciata subito sulla panchina, guardo il contapassi e ovviamente ho fatto un chilometraggio ridicolo che però, per me, è pazzesco e torno a casa, pronta a farmi una doccia e soprattutto a scofanarmi una pizza cinese che mi ripagherà della fatica, del resto un po’ di calorie le avrò pur bruciate, no?