E se facessimo un giro in bici?

pista ciclabile

Oggi ho deciso di prendere la bici per andare in Sormani a restituire dei libri, tanto ho pensato “c’è la nuova pista ciclabile che attraversa corso Buenos Aires e Porta Venezia, l’inquinamento è sceso e c’è il sole!”.

 

Munita di caschetto, occhiali e mascherina sono partita! Già dopo i primi cinque minuti credevo di collassare, non so se per il casco o la mascherina, comunque ho pensato di tirare fuori il naso dalla mascherina – tanto facevo movimento – e di tenere il casco che era più importante…

 

Dopo alcune peripezie raggiungo la tanto discussa pista ciclabile. Devo dire che non è fatta così male come dicono, il vero unico problema è che sia a Milano! La stessa, fatta in una località turistica avrebbe avuto un senso diverso… Ma coraggiosa decido di proseguire. Confesso: ero tentata di tornare indietro e prendere i mezzi pubblici, ma il mio orgoglio, mischiato al terrore del Covid in agguato sulla metro, mi hanno convinta a proseguire l’avventura!

 

Prima di tutto ci sono due grandi criticità, le macchine che ti sfiorano nei punti esterni, facendoti provare un leggero brivido e i camion che ti tagliano la strada per rifornire i negozi (questi ti danno un brivido assai maggiore!).

 

La fatica è piuttosto grande perché ogni minuto trovi una macchina parcheggiata dentro la ciclabile, con le quattro frecce attivate, però intanto è lì, tu non puoi passare e hai altri 10 ciclisti grintosi e agguerriti alle spalle. Ci sono tre possibilità, ti getti in mezzo alla strada con le auto di cui sopra, ti fai travolgere dalla mandria posteriore, oppure schizzi sul marciapiede evitando le matrone in passeggio, che anche in tempo di distanziamento, camminano come un plotone orizzontale.

 

Altro ostacolo è il ciclista contromano che non sa leggere la freccia dipinta e la sciura nervosetta e stizzita che ti scampanella nelle orecchie per guadagnare il semaforo, semaforo al quale si ferma per continuare la discussione al cellulare!

 

Detto questo sono riuscita a fare tutto il percorso andata e ritorno, tra una salita, uno slalom, una marea di camion, tre autisti ultra centenari felici di aver trovato finalmente la loro corsia preferenziale, monopattini zig-zaganti, pedoni con la faccia negli smartphone e agili spalancatori di portiere!

 

Ora sono stanchissima, decisamente accaldata, la mia mascherina è un cencio sporco e io sono nera del fumo dei camion, mi sono stressata tantissimo attivando la vista periferica e probabilmente anche quella posteriore per sopravvivere e soprattutto sono consapevole del fatto che – per un po’ di tempo – in bici andrò solo al parco!!!

E i salutisti a tutti i costi!

  Alimentarsi correttamente, fare sport, condurre una vita sana e’ molto importante e su questo siamo tutti d’accordo, ma il super salutista, secondo me, e’ veramente insopportabile! Forse è solo disperato o ha bisogno di sicurezze, non so, di fatto è una categoria che impazza! Allora questa curiosa tipologia molto spesso ahimè e’ donna, talvolta mamma, di età variabile. La mattina inizia la giornata in maniera già acida con una “bella spremuta di succo di limoni”, perché fa bene (se non hai la gastrite altrimenti è fatale) e va a correre. Già così io potrei avere il primo cedimento con un attacco di reflusso e uno svenimento mattutino. Poi dopo una bella doccia va a lavorare (non necessariamente), ma di fatto fa uno spuntino sano, mangia solo frutta, verdura, seitan e tofu, uno strappo alla regola? Certo il bifidus regularis o come si chiama. Per definizione e’ vegetariana in prevalenza, usa solo zucchero di canna, teme il sale come una strega, usa farina di farro perché fa solo il pane in casa (che ha il sapore di sughero), compra solo prodotti bio, latte di soya, robe tristi sicuramente geneticamente modificate senza saperlo, insipide, ma che contengono ferro, magnesio e fibre. La salutista accanita e’ un’estremista, usa solo la bici (anche se si respira di tutto), pure con i bimbi che rischiano di essere falciati nel traffico. Fa torte in casa solo con marmellate sue (oddio il botulino) e quando si ammala e’ una tragedia! Per lei? No! Per noi, perché non si cura o meglio non vaccinandosi ovviamente mai, sparge microbi e utilizza solo propoli, prodotti naturali (pensando che siano meno velenosi), terapie alternative (quelle forse a volte funzionano) e aerosol solo con la soluzione fisiologica (boh!). Non chiedere mai consigli ad un salutista accanita perché non servirà e soprattutto i suoi rimedi saranno poco utili, cari, orrendamente  etici! La nostra healthy friend rompe le scatole al suo prossimo, anche quando va a dormire perché deve tenere la testa a nord, il  materasso in lattice ortopedico, la coperta in tessuti naturali e il cuscino anti-acaro (questo ce l’ho anche io e confesso pure memory). Ah dimenticavo, beve ovviamente la tisana – yogi e il the’ bancha, quelli che costano tantissimo, ogni tanto medita, odia il nylon, la plastica, il caffè’, la chimica, il salamino, il cioccolato, la panna montata! Usa orribili pannolini lavabili, compra giocattoli solo di legno, e’ montessoriana, pedagogica, ricicla tutto e costruisce pupazzi con i materiali di scarto perché così lavora la fantasia, la sua. La mia si spegne! E soprattutto mi innervosisco perché mi vengono degli orrendi pasticci. Scrive a mano il diario, fa i lavoretti, cuce di tutto e si trucca poco (peccato le servirebbe).  Mi chiedo come faccia a sopravvivere, ma soprattutto sarà realmente felice di questo modus vivendi? Suvvia non tutto ciò che è divertente e buono fa male, anzi…