Ma davvero i bambini sono stati così penalizzati in questo periodo?

disegno Jacopo Covid

Il periodo del Covid, è stato difficile per tutti, grandi e soprattutto bambini. I più piccoli, certo, sono stati quelli da un certo di punto di vista più svantaggiati perché anche le lezioni on line erano meno fattibili. Bambini abituati a stare fuori di casa tutto il giorno improvvisamente si sono ritrovati a casa, senza compagni e senza potersi sfogare all’aperto.

Tutti hanno urlato allo scandalo, però diciamocelo non sono stati abbandonati, ma a casa, al sicuro dal virus e di fatto sono stati con le loro famiglie, invece di essere parcheggiati tra un corso e un doposcuola, e per molti è stata anche un’occasione di stare più vicini e di recuperare quel tempo rubato dai normali ritmi voraci del mondo del lavoro.

Molti si sono lamentati e hanno protestato per il disagio della chiusura della scuola, dell’assenza forzata dall’aiuto dei nonni e del dover fare delle acrobazie tra lavoro (comunque svolto a casa!) e gestione familiare. Forse solo oggi ci si è resi conto della difficoltà di gestire famiglia e lavoro assieme? Voglio dire, i nonni di oggi sono vivaci e attivi e non sono per forza dei babysitter statici (spesso lavorano o viaggiano, o chi meno fortunato non li ha nemmeno più), i ritmi del mondo del lavoro non sono leggeri e non lo sono mai stati.

Personalmente, da ben 12 anni, mi sono sempre dovuta gestire tra babysitter, aupair, aiuti vari volanti, part time, apertura della partita IVA, corse da un nido – a casa – al lavoro, e non sono stata l’unica a dover cercare delle soluzioni da acrobata perchè quando la scuola è chiusa per scioperi o i ragazzi sono malati bisogna avere un backup. I tanto ripudiati ritmi dello smartwork sono esattamente quelli che si hanno nelle multinazionali da più di 20 anni, anzi se posso dire sono modalità di lavoro comode per le mamme (e una fortuna per chi ne può usufruire). Eppure oggi – ai tempi del Covid – sembra una novità! Forse alcune categorie di persone non si sono rese conto di essere state delle privilegiate fino ad oggi ad avere avuto degli aiuti (che davano per scontati) o dei ritmi light?

Da anni sostengo che la scuola dovrebbe avere programmi diluiti, con più attività motorie e non finire a giugno, ma a luglio e riprendere a settembre, come accade in Germania o in altri paesi, che dovrebbero esserci più aiuti pomeridiani per chi lavora, eppure il mondo della scuola in Italia si è fermato agli anni ’50! E guai toccare le vacanze a certe categorie di lavoratori! A giugno tutto si ferma, i campus escludono spesso i ragazzi delle medie e i prezzi sono per lo più alle stelle…

Detto questo oggi leggo con stupore, non so se più infuriata o divertita, delle generose iniziative dei nuovi “centri di ascolto” per i più piccoli – “provati dal periodo del Covid19 ” – e messaggi che danno i seguenti preziosi consigli, come se fossimo dei decerebrati per alleviare il loro stress:
– Far fare sport ai figli: eh certo sono stati fermi tre mesi, ci voleva un esperto a dircelo…!
– Incentivare le attività all’aria aperta: caspita incredibile noi pensavamo di tenerli in luglio chiusi in casa! Magari se la smettesse di diluviare sarebbe comunque più facile.
– Iscriverli ai centri estivi – ma scusate, non dovevamo tenerli a distanza con plexiglas e altre idiozie? Ah no certo, poi altrimenti come teniamo vivo il business dei campus?
– Aiutarli se dimostrano segnali di ansia e disinfettano tutto: strano che li abbiano dopo aver visto mesi di campagne su come lavarsi le mani, genitori vestiti come palombari e la presenza di flaconi di disinfettanti anche davanti al supermercato; come mai avranno questa sindrome? Eh sì, per questo ci vuole proprio un buon psicologo…ma non per i bambini, ma per chi ha ridotto le persone a temere i germi più di qualsiasi altra cosa!
– Segnali di ipocondria – infatti i media hanno molto aiutato in questi giorni… sembra che non vedano l’ora di dire che la pandemia è in agguato e i “social-trogloditi” sono altrettanto celeri nel condividere notizie allarmanti, per essere i primi che “l’avevano detto”, che “è tutta colpa nostra”, che “ce lo meritiamo” e che “dobbiamo rinchiuderci in casa, possibilmente soli, con mascherina e antigermi!”.
– Distoglierli dai devices elettronici e incentivarli alla manualità. Anche qui leggo messaggi di velata accusa alle famiglie che hanno fatto giocare i ragazzi con i giochi elettronici nei periodi di clausura (ennesima colpa del singolo cittadino)… Non è certo la conseguenza di una sovra-esposizione conseguente alle lezioni on line? Ma dai, ovvio che ora si cerchi di far fare ai ragazzi una vita sana e normale, del resto sono stati i primi protagonisti della digitalizzazione e se comunque il distanziamento è ancora necessario, certo la socialità non è ancora del tutto una strada percorribile!

In conclusione, ricordiamoci che essere genitori significa prendersi cura dei propri figli, fare anche dei sacrifici, organizzarsi anche per poter continuare a lavorare, ma sono il dono più grande della nostra vita e dovremmo gioire di aver avuto l’opportunità di stare assieme, di insegnargli qualcosa di diverso, di passare loro le nostre conoscenze e i nostri valori e di aver avuto questa parentesi di condivisione, per costruire una relazione ancora più bella e forte.

E se ospitassimo una ragazza alla pari?

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Essere mamma ai giorni nostri talvolta è complesso, tra lavoro, impegni, riunioni, non è facile gestire la famiglia. Una volta si ricorreva ai “nonni”, ma ora i tempi sono cambiati, si è allungata l’età nella quale si fa il primo figlio oppure si vive in città diverse e quindi come fare? La prima soluzione che viene in mente è la babysitter, peccato che i costi non siano per tutti sostenibili e non tutte le ragazze intenzionate a “venire incontro” e quindi? Quindi abbiamo trovato una soluzione alternativa, ospitare una ragazza alla pari!

Ospitare una ragazza alla pari è un’esperienza molto bella. Se volete seguire questo percorso prima di tutto dovete sentirvi pronti all’idea di avere in casa un’altra persona, una persona che sarà come una figlia grande – sotto tutti i punti di vista. E come tale non sarà necessariamente come immaginate voi, ma esattamente come può accadere con un figlio fatto da voi, “lei è lei”!

Partiamo dagli aspetti postivi: prima di tutto lo scambio culturale, una ragazza di un altro paese vi porterà una ventata di novità, a partire dalla lingua che i vostri bambini potranno imparare sin da piccoli. Indubbiamente è un aiuto formidabile se lavorate e una compagnia. Si tratta di ragazze giovani e spesso divertenti che portano allegria e insegnano anche “nuove tendenze”. L’aupair generalmente vive in casa per cui è bello poter condividere le nuove esperienze reciprocamente.

Dall’altra parte bisogna stare attenti perché non tutte le ragazze sono realmente motivate a fare questa esperienza, a volta non sono proprio convinte, possono essere i genitori a spingerle a farlo e poi si pentono, oppure di fatto non hanno voglia di occuparsi dei vostri figli e di giocare con loro ma solo di uscire da casa loro e di folleggiare in un altro paese con la faccia nel cellulare. In questo caso il consiglio è di invitarle a trovare delle altre soluzioni, altre occupazioni più idonee alle loro esigenze e soprattutto alle vostre di genitori.

Consideriamo poi che una ragazza alla pari non è una baby sitter specializzata e bisogna insegnarle a stare coi bambini, spesso hanno 20 anni e sono giovani, non è tutto scontato… non possono sostituire il vostro ruolo ma affiancarsi come aiuto nella gestione day by day.

Negli ultimi 5 anni ho avuto modo di ospitare molte ragazze, talvolta per brevi periodi, talvolta per lunghi (e sono le soluzioni che consiglio anche per dare continuità ai vostri figli). Devo dire che alcune di loro sono state delle ragazze meravigliose con le quali costruire proprio un bel rapporto, altre delle delusioni terribili dalle quali fuggire…

Nella selezione della ragazza ricordatevi anche che è importante il paese di provenienza e la cultura anche perché gestiranno il rapporto con i vostri figli in base a quanto hanno a loro volta appreso ed è importante che non sia troppo distante dal vostro punto di vista per evitare conflitti: interazione sì, scontro no!

Infine la ragazza alla pari non è una colf, ma una figlia in più e bisogna essere aperti ad aiutarla, a condividere con lei gioie ed emozioni ed insegnarle ad affrontare una nuova tappa anche per la sua vita, non è sempre facile, ma quando riesce è molto bello!

Mamme andate a lavorare che fa bene!

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Proprio oggi stavo leggendo una notizia che sta girando sui social, una lettera aperta ad un giornale, di una mamma che racconta il fatto di aver lasciato il lavoro e rinunciato alla carriera per dedicarsi interamente ai figli. Giusta o sbagliata che sia la sua scelta, ha dato seguito ad una serie di commenti più o meno apprezzabili da una sfilza di mamme. In particolare mi ha colpito il parere di una che affermava che le lotte degli anni passati per la parità dei diritti sono state inutili in quanto tutto sommato è meglio stare a casa, altre raccontavano con orgoglio la gioia di fare le torte per i propri piccoli senza dover fare più le corse tra lavoro e scuola.

Dopo aver letto tutto questo sono rimasta a dir poco basita. Già in passato mi raccontò una mia dottoressa che spesso le mamme ancora in gravidanza supplicavano di aver certificati per prolungare i periodi di maternità, con il risultato che stando a casa a far niente veniva loro l’esaurimento! Di fatto poi la maggioranza dice di voler dedicare più tempo ai figli, ma poi se ne lamenta di continuo, cerca di sbolognarli appena possibile iscrivendoli ovunque e spesso diventa aggressiva con tutta la famiglia perchè comunque frustrata e annoiata!

Premetto che trovare lavoro come madre, non è facile, e che molte mamme hanno fatto benissimo a licenziarsi da datori di lavoro schiavisti, ma non perchè mamme, ma perchè le condizioni di lavoro di certi posti sono indecenti e il trattamento di alcuni manager nei confronti dei dipendenti è imbarazzante,  ma vorrei sottolineare alcuni miei pensieri.

Prima di tutto potersi permettere di non lavorare è un lusso! In primis si lavora per ragioni economiche e non c’è un gran merito nello stare case a farsi mantenere da mariti, genitori postando dai luoghi di villeggiatura mentre i tuoi parenti fanno il doppio per consertirti di fare questa vita. Certo più divertente fare i pasticcini che non faticare in un ufficio, ma talvolta è inevitabile! E non sempre il lavoro è solo fatica a volte è anche piacevole se non divertente e si impara sempre…

Il lavoro, non è solo una fonte di reddito, ma anche un modo per impegnare le proprie energie in qualcosa di diverso, anche solo un part-time fa bene  alla testa, non per niente ricordo che tutte le religioni parlano di lavoro e come sappiamo le religioni davano delle “regole” affinchè le persone potessero avere dei comportamenti socialmente utili. Per fare alcuni esempi, secondo la filosofia buddista: “una parte importante della vita di una persona è il proprio lavoro, e il lavoro di una persona si trova con due strade: o combatti per un lavoro che vuoi fare o fai il lavoro che la vita ha scelto per te..”, se vai nel Cristianesimo, come mi insegnavano le madri benedettine quando ero piccola :”inizio della Regola 48 il lavoro manuale è necessario perché l’ozio è nemico dell’anima”, grandi lavoratori già sappiamo nel popolo Ebraico: nel Talmud molta dignità è conferita al lavoro: “Grande è il lavoro perché onora i lavoratori”. Fortemente stigmatizzata è invece l’inoperosità: “L’uomo muore solo per l’ozio”. Del resto che “l’ozio sia il padre dei vizi”, ce lo diciamo tutti da anni. Non solo ma anche Muhammad diceva: “Nessuno ha mai mangiato un pasto migliore di quello che si è guadagnato col proprio lavoro”.

Anche al punto di vista sociologico il lavoro ha una rilevanza e non solo economica o psicologica, ma anche sociale: secondo Durkheim: “la divisione del lavoro prende gradualmente il posto della religione come principale fondamento della coesione sociale”.

Detto questo, mammine radical chic casalinghe, andate a lavorare, anche solo poche ore, da casa, con una collaborazione, le formule di oggi sono mille, ma non nascondetevi dietro agli alibi dei figli per mascherare la vostra non-voglia di fare. Non celatevi dietro il pianto di mali immaginari quando invece ci sono veramente persone malate che lottano quotidianemente per condurre una vita normale.

Personalmente so di cosa stiamo parlando ho figli, ho animali, lavoro e certo non poco, corro dalla mattina alla sera e vado anche in palestra.  Le ore con i figli non si pesano solo a quantità, ma a qualità del rapporto, esistono mille modi per avere degli aiuti anche se i genitori sono lontani, non lasciamoci dominare dall’indolenza della depressione.. non porta a molto…Si può lavorare, stare con i propri bambini, giocare con loro, fare i compiti, ridere assieme sulle reciproche disavventure del giorno (loro a scuola e noi in ufficio), essere complici, raccontare la favola della buona notte e  comunque sempre volersi bene stando assieme.

I sacrifici fatti dalle nostre progenitrici alla fine degli anni ’60 e anche prima non devono essere vanificate come invece sosteneva la madre tanto felice di poter fare il brodo, mantenuta e viziata, ingiustamente deplorando le lotte di generazioni antecedenti…

“Tesoro quale sport vorresti fare?”

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“Non saprei mamma, però l’importante è che non sia faticoso”, ecco. Iniziamo bene. Sempre di più i nostri figli conducono una vita sedentaria, soprattutto se si vive in una grande città come Milano. A questo però bisgona aggiungere che esistono due categorie estremiste che da buon genitore bisognerebbe cercare di evitare, da un lato  i maniaci dello sport, quelli che vogliono che il figlio sia un piccolo campioncino da esibizione e dall’altro i super-intellettuali che fanno fare nel tempo libero quasiasi attività al figlio purchè sia “intelligente”, meglio se dotata di laboratorio.

Ora un pochino di sport non guasta, da tutti i punti di vista, psicologico e fisico e a scuola ne fanno sempre meno e lo fanno male. Anche la ricreazione è molto sedentaria e spesso salta pure. Dunque andiamo a caccia di uno sport per il piccolo…

Si comincia a guardare i volantini a scuola, sono tutte arti marziali “Ju Jitusu”, “Karate”, “Judo” ecc. Non male se uno non avesse un figlio che esordisce con l’esclamazione “mamma l’importante è che non sia un’arte marziale e non voglio fare cose con capriole”, ok la cerchia si restringe… allora passiamo ai giochi con la palla “no però, ti prego calcio no è proprio da ottusi e rugby mi faccio male”, “amore però il calcio lo fanno anche gli altri compagni..” “no grazie poi è scomodo e devi prendere la macchina… ” Incredibile mai si sarebbe preoccupato dei miei trasporti, ok, non gli piace. Pallavolo? “No”, Basket? Hanno messo il corso alle 6 di sera e dopo una giornata di scuola si potrebbe infartare, Rugby? non gli piace e in effetti è troppo esile me lo schiacciano… Passiamo all’acqua… nuoto? Si ma poi piscina su giu’ costume, doccia, ciabatte, verruche, sinusite… “allora tesoro dammi tu un’idea…” e qui arriva la meraviglia: “vorrei fare tuffi acrobatici, salto con l’asta o tiro col giavellotto… oppure tiro con l’arco”. Ecco facile da trovarsi no? Miracolosamente trovo i tuffi..Chiamo la scuola e una villanissima segretaria mi invita a iscrivermi sul sito dove anticipa essere tutto esaurito, però c’è ancora un posto fantastico disponibile alle 2 del pomeriggio, comodo vero, visto che i bimbi sono a scuola fino alle 4 e mezza? Salto con l’asta solo il venerdì alle 4 dalla parte opposta della città e poi dai quando userà mai l’asta…tiro con l’arco dove lo trovo? E il lancio del giavellotto, ammetto mi sono arresa e non ho guardato!!

A questo punto iniziamo a guardare tutti gli sport nelle polisportive, pensando di portarci anche il fratello, ma è incredibile non ce n’è una che abbia corsi paralleli per più fasce di età dunque se sistemi un fratello l’altro è fuori ed essendo tutte in zone periferiche, chiaro una volta che ci vai ci porti tutta la famiglia… Tennis? Carissimo? Club privati… Ancor peggio.

Detto questo un po’ disperata sento che voglio uscirme… “no dai escludendo aquilone estremo, golf e briscola … cosa possiamo fare? “, “Ci sono mamma, i miei compagni si sono iscritti a Circo, Scacchi e Catechismo”. Ecco a questo punto una lacrima mi stava per scendere, prima l’ho immaginato con un naso rosso, malinconico come i clown e una trombetta, poi curvo sulla scacchiera e infine l’ultimo ecco proprio chiamarlo sport…!

E’ evidente che fare una sana e continua attività fisica a Milano non è facile, molte scuole sono carissime e le altre hanno orari o posizioni scomodi…  l’unica è trovare qualche attività dentro la scuola. Quando sconsolata stavo rinunciando abbattuta..  arriva l’ultimo volantino, quello con scherma proprio nell’orario giusto che mi porta il piccolo sventolandolo con un sorrisone e dicendo “siamo ancora in tempo??”… che sia la volta buona? Incrociamo le dita devono raggiungere almeno i 15 iscritti…

Festa della Maggiolina 2016

In questo momento 21 maggio, è in corso la festa della Maggiolina a Milano. Si tratta di un appuntamento che si svolge ogni anno. Si inizia con una corsa/maratona non competitiva per 4 km a cui partecipano tutte le famiglie anche non necessariamente atletiche. La destinazione è la scuola di Viale Brianza dove si svolge una vera e propria festa con banchetti, salsicce e musica! La parola d’ordine è “amicizia”! Qui si trovano famiglie appartenenti a culture, religioni, etnie molto diverse e condividono libri, sapori e tradizioni dei loro paesi. I bambini giocano tra di loro e i genitori hanno modo di scoprire e condividere gusti e curiosità di paesi lontani. Unica nota non positiva il traffico durante le corsa. Nonostante alle macchine si fosse richiesto di fermarsi, varie spazientite hanno cercato di passare ugualmente o hanno iniziato a suonare con rabbia il clacson. La corsa non è durata tanto tempo e il traffico veniva bloccato solo a tratti per al massimo 5 minuti. Un po’ di pazienza e civiltà non guasterebbe, specie quando si vede che ci sono dei bambini… 

Le terme di Verona: la mia esperienza

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aquardens-thumb-03Quando una persona pensa alle terme non viene forse in mente subito la città di Verona. Varie però sono le località nella zona che offrono la possibilità di beneficiare di queste acque dalle magiche proprietà. In particolare ieri siamo stati ad Aquardens, vicino a Pescantina. Un parco acquatico molto gradevole, pulito, che offre differenti servizi.

Prima di tutto parliamo dell’acqua salso-bromo-iodica (ricca di cloruro di sodio, bromo e iodio, ma anche di calcio, magnesio e ferro). Grazie alle alte temperature e alla ricchezza di minerali, stimola il sistema immunitario e sviluppa proprietà antinfiammatorie, antisettiche e antiedemigene. In sostanza è un’acqua che fa bene!

All’aspetto salutare possiamo aggiungere quello del relax, infatti venongo offerti diversi trattatamenti, massaggi e cure che però non abbiamo provato in quanto abbiamo preferito concentraci sulle piscine e avevamo scelto l’ingresso ridotto (4 ore).

Ottimo luogo dove andare con partner, amici o figli. Per i bambini poi esiste anche una piccola parte con un’animatrice dove i più piccini possono  essere intrattenuti nel momento in cui, per esempio dopo pranzo, li si vuol tenere fuori dall’acqua. Infatti il parco era anche frequentato da mamme con bimbi molto piccoli. Volendo per chi risiede nella zona è possibile anche fare anche fare corsi con una certa continuità.

La temperatura dell’acqua è fantastica, la mia preferita, intorno ai 36°gradi, unica cautela non bisogna stare immersi troppo tempo, loro stessi consigliano un’immersione della durata tra i 10 e 15 minuti in acque con temperature tra i 35°C e il 37°C seguita da un riposo di 30 minuti per rendere effettivi i benefici avuti dal trattamento.

Al fine di ottimizzare l’azione terapeutica dell’acqua termale, ed evitare gli inconvenienti dovuti a una prolungata permanenza nell’acqua calda, invitano gli ospiti ad effettuare immersioni comunque non superiori ai 20 minuti e ammetto che la tentazione è quella di stare di più vista la gradevolezza dell’ambiente!

Per il pranzo nessun problema, a bordo vasca è presente un bar più semplice, ma volendo in alternativa è presente un ristorante self service con un’offerta più completa e anche il bar all’uscita è molto invitante e pulito.

Bellissima la parte esterna, le grotte, purtroppo, erano in manutenzione, ma correttamente ci hanno informato all’ingresso – quindi questa volta non le abbiamo provate, ma l’aria fresca che faceva da contrasto all’acqua calda era molto gradevole, specie in una giornata di bel tempo come ieri.

Nel parco vige un po’ il concetto del villaggio, infatti si viene dotati all’inizio di un braccialetto, assoultamente da non perdere, con il quale si può accedere alle piscine, agli armadietti e sul quale vengono addebitate tutte le spese (pranzo, ecc.).

Insomma un’esperienza molto buona, da ripetere, anche in stagiorni meno rigide, quando si può beneficiare della parte esterna ricordando però che l’acqua è termale quindi terapeutica, ma anche “stancante”!

Milano tra luci e ombre

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  Ebbene sì, Milano una città dal profilo ambivalente. Tanto contestata eppure tanto amata. Città nella quale vivere o dalla quale fuggire? Come al solito non esiste mai un’unica risposta, dipende. Da cosa? Forse dall’età, dalle proprie esigenze, dal proprio stato civile, economico ed emotivo.

Di fatto è una città che a mio avviso offre veramente tanto. Prima di tutto offre il lavoro, che non è poco, lo dico per esperienza, in Italia in particolare esiste un notevole campanilismo e, che ci piaccia o meno, non è facile trovare stipendi decenti e lavori interessanti proprio in ogni comune specie se si è “donne in età fertile” oppure uomini “non imparentati con i signorotti locali”.

Secondariamente garantisce una qualificata istruzione; più o meno contestate, le scuole di Milano sono di fatto buone, non parlo solo delle private, ma anche delle pubbliche. Altro aspetto che non è male.

Propone corsi di tutti i tipi, attività sportive, lingue straniere o le arti più bizzarre: qui puoi scegliere di seguire qualsiasi hobby anche a prezzi ragionevoli. Come dice una mia amica spagnola, “è una città per le donne”, certamente le ragazze possono trovare interessi diversi, riunirsi in compagnia e divertirsi. Locali, cinema, teatri, centri commerciali, sport, si trova veramente di tutto.

Senza dimenticare l’aspetto sanità, pur con i suoi notevoli problemi esistono strutture e medici molto validi, che non ovunque si incontrano.

Questa povera Milano, negli ultimi  anni, ha subito, però, un processo di “degrado” notevole e questo non lo si può negare, molta sporcizia, criminalità locale e mancanza di verde alla quale si aggiungono molti cafoni (Milanesi e non) che non hanno il minimo spirito civico e  che sono convinti che il marciapiede sia il luogo ideale per gettare rifiuti, far sporcare il proprio animale domestico, quando addirittura non loro stessi dopo una birra di troppo. A livello artistico ed architettonico ha avuto i suoi problemi, ricordiamoci che abbiamo anche avuto una guerra meno di un secolo fa che sicuramente non ha giovato, la ricostruzione e gli interessi economici immobiliari, mal controllati, hanno guidato la ricostruzione di palazzi spesso dall’aria mostruosa, colossi del cattivo gusto nel quale poter stipare il maggior numero di persone, talvolta non rispettando le regole ambientali.

Milano ha un’ulteriore grande pregio, è anche una città ospitale, nei confronti degli stranieri che molto spesso sono riusciti ad integrarsi perfettamente, nei confronti degli italiani stessi che frequentemente si trasferiscono qui, criticando la mancanza di mare, montagna, natura e meraviglia artistiche e  senza riconoscere, però, la grande opportunità che a molti di loro offre.

Alcuni criticano Milano di essere una città emotivamente fredda, ma non è così, nei quartieri ormai si ricreano l’ambiente e la confidenza che esistono nei centri più piccoli senza avere il problema del gossip da paese, ma beneficiando di una sorta di controllo sociale, utile specie alle famiglie con figli.

E’ vero che qui tra un marciapiede ed un palazzo i bambini non crescono correndo su spiagge e respirando l’aria pura di Heidi, però, imparano già da piccoli a relazionarsi con culture, etnie e religioni differenti oltre che a conoscere meglio la propria. Per i piccoli i loro compagni sono amici e basta, che le origini siano diverse non è rilevante e questo dovrebbe insegnarci molto, mentre in altri luoghi si trova molta più chiusura mentale, muri e mancanza di tolleranza verso quanti non fossero parte del “paesaggio” sin dalla nascita.

Tendenze, cultura, eventi si mischiano a processi migratori difficili e rischiosi. Il Quadrilatero della Moda da un lato, la Stazione Centrale dall’altro: due mondi opposti. In questa poliedrica città vivono celebrities e poveracci,  persone ordinarie e straordinarie, criminali ed onesti.

C’è un po’ di tutto. Indubbiamente è una realtà difficile, ora è come erano 50 anni fa Londra forse o Parigi, metropoli pericolose da un lato, affascinanti dall’altro, tuttavia meritevoli di essere conosciute, visitate e anche, se vogliamo, amate, comunque non criticate a priori.